Il mobbing e il danno psichico

Il mobbing e il danno psichico

Il mobbing è fenomeno noto e ampiamente descritto gia a partire da gli anni ’90 quale abnorme modalità relazionale, propria dei rapporti lavorativi, consistente in comportamenti vessatori e persecutori, agiti talora in maniera subdola altre in maniera conflittuale conclamata e di norma tendenti all’espulsione della vittima dall’ambiente di lavoro.

Onde non confondere il mobbing con un più generico disagio lavorativo prodotto non intenzionalmente vanno ricercate nella qualificazione dei comportamenti lesivi una precisa serie di “indicatori” quali: attacchi alla possibilità di comunicare, discredito nelle relazioni sociali e all’immagine della vittima, degradamento delle condizioni professionali, esercizio esasperato di forme di controllo, attribuzione di compiti esorbitanti o eccessivi e financo attacchi all’integrità e alla salute psicofisica del mobbizzato. Questi e diversi altri indicatori potranno indirizzare una prima valutazione che rimane però precipuamente sul piano clinico

Qualora si sospetti di essere vittima di comportamenti vessatori sul posto di lavoro, oltre a rivolgersi ad un legale di fiducia, è buona norma provvedere ad una ricognizione e documentazione a mezzo consulenza tecnica psicologica forense dell’eventuale sussistenza di un danno psichico da mobbing, meglio definito come pregiudizio alla propria salute psichica, relazionale ed emotiva. A tal fine lo specialista provvederà ad approfondita anamnesi lavorativa, fisiologica, patologica remota e prossima nonché ad esame di stato mentale obiettivo, anche ricorrendo alla somministrazione di reattivi psicodiagnostici quali scale di valutazione per sintomi di ansia, depressione, aggressività o sindromi post-traumatiche. Ricordiamo infatti che il mobbing e ìl danno psichico vanno spesso di pari passo ma non per forza rappresentano una binomio certo.

Per converso, la pratica clinica mostra come i datori di lavoro si ritrovino a volte di fronte a richieste di danno psichico da mobbing in sostanziale assenza di una reale vessazione posta in essere ai danni di un dipendente. Tale delicata situazione raccomanda sempre, accanto all’intervento di un legale esperto della materia, la consulenza di un esperto forense della salute mentale in grado di contro valutare la reale obiettività delle condizioni certificate, operando una disamina sia delle condizioni ambientali che della reale valenza psicolesiva degli asseriti agiti mobbizzanti ma anche valutando l’eventuale sussistenza di preesistenze o concause a carico della sedicente vittima che potrebbero aver spinto il soggetto ad interpretare qualsiasi circostanza fortuita come una azione di attacco premeditato.

La complessità globalmente mostrata dalla tematica del danno psichico da mobbing suggerisce comunque una attenta valutazione e l’attivarsi precoce di una consulenza combinata di psicologo e legale, al fine di tutelare i diversi attori sia sul piano della resilienza psicologica e della gestione intelligente del conflitto e delle risorse psichiche, sia sul piano legale qualora si debba giungere a livelli troppo elevati di conflittualità.